Thursday, September 07, 2006

Per il pane d’inverno ingoiato
alla tua bocca.
Muti occhi bevuti all’acqua muta
scoperti il primo autunno
sgusciati al loro sguardo
con la fuga ai primi marciapiedi di Parigi.
Senza nome l’astro perso al cielo
dal ramo -l'altro- lettere ciliegie veleno.
La capinera e il giardino ritrovato.
Tutti sazi e senza pace i fuochi sconsacrati
questi venti alla caviglia
i tempi al ritmo di camere svuotate
per il battesimo del sangue:
i tuoi soldati di lassù, al secco di altre guerre.
Tu, proprio qui,
nocche e fianchi al vetro assiderati.
Fuoco duro e cristallino nelle stanze sbriciolate
tu,
sempre alla finestra dell’altro punto cardinale.

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